domenica 3 aprile 2011

La vera storia dei rifiuti di Napoli

C'è chi pensa al problema "Munnezza" di Napoli come qualcosa che riguarda esclusivamente quest'ultimo decennio.
Si sbaglia di grosso.
E' negli anni '80 che il Comune entra in crisi, non riesce a sostenere il servizio di raccolta e smaltimento - soprattutto perchè il 70% dei dipendenti "non lavorava", cioè un medico gli prescriveva di stare dietro una scrivania.
Quindi decide di affidare tali competenze ai privati, con un piano di "Privatizzazione per 5 anni" , per poi riprendere il sistema nelle proprie mani (non andrà esattamente così...).
Nel 1989 si scelgono le 5 (cinque) ditte, tra cui SIGEA, che governeranno la gestione dei rifiuti.
Attenzione ! Tali competenze sono un bel boccone, valgono circa 350 miliardi per i cinque anni.
Chiaramente c'è un bel giro di mazzette per aggiudicarsi l'appalto.
La Repubblica del 16 Marzo 1993 spiega molto bene la dinamica :
" (...) Nelle casse di democristiani e socialisti napoletani sono affluiti un miliardo e trecento milioni circa. Eccola qui la prima vera autentica Tangentopoli targata Napoli (...) ci sono tre grossi nomi sul registro degli indagati, l' ex vicesegretario nazionale socialista Giulio Di Donato; il democristiano Alfredo Vito; il componente della commissione Giustizia della Camera Raffale Mastrantuono, socialista. Due pentiti, due imprenditori stanchi di subire le imposizioni di una politica avida ed ingorda, due uomini terrorizzati dall' idea di restarsene chiusi per un bel po' nel carcere di Poggioreale, hanno svelato ogni segreto sulle tangenti per l' immondizia. Il primo a parlare è stato Gabriele Serriello manager della Sigea: "Sono stato costretto ad assumere decine e decine di persone da Dc e Psi, erano tutti raccomandati di ferro, personaggi che non avevano alcuna voglia di lavorare, incapaci nella maggioranza dei casi. Alla fine non ce l' ho fatta più: le spese per il personale, per questo tipo di personale, erano troppo alte ed il bilancio piangeva. Dovevo uscire da questa situazione. Allora hanno preteso i soldi ed io pagato, eccome se ho pagato...". I nomi, fuori i nomi, hanno chiesto i due pm ed il gip Gennaro Costagliola. Serriello ha detto: "Ho pagato tangenti per un miliardo e mezzo. Ho portato il denaro in una valigia in tre occasioni. Quelli, i politici, arraffavano le mazzette, tutto denaro in contante". Due onorevoli erano i collettori dei soldi secondo il racconto dei pentiti e i primi riscontri della magistratura: Alfredo Vito per la Democrazia cristiana, Raffaele Mastrantuono per il Garofano. La conferma arriva il giorno dopo: domenica, in carcere, parla Aurelio Merlo, amministratore delegato della Slia, capofila del consorzio Sigea. "Le pressioni di Dc e Psi si fecero più forti due mesi dopo l' aggiudicazione della gara e l' inizio delle attività. Ci chiedevano di assumere tanta gente, circa un centinaio di raccomandati senza alcuna esperienza o capacità professionale. . Serriello me lo disse chiaro e tondo: c' è da tirar fuori il denaro". Quanto chiedevano i politici? Vito avrebbe preteso un miliardo tondo; Mastrantuono cinquecento milioni."
"Nell' inchiesta finirono: gli ex ministri Francesco De Lorenzo e Vincenzo Scotti, i socialisti Giulio Di Donato e Raffaele Mastrantuono, i dc Ugo Grippo e Michele Viscardi, il repubblicano Giuseppe Galasso, il pidiessino Berardo Impegno, il socialdemocratico Filippo Caria. Per non parlare degli amministratori locali, alcuni dei quali finirono anche in galera, come l' ex assessore al ramo Antonio Cigliano (Psi)."

Vi chiederete, che fine hanno fatto, 20 anni dopo, questi gentiluomini ?
Ve lo dico subito, il 90% è ancora in politica, con cariche anche importanti

ANCORA IN POLITICA
Giulio Di Donato - nominato da Mastella segretario regionale Udeur - passato anche per il PdL - per la precisione fu condannato a 3 anni per le questioni di cui sopra.
Raffaele Mastrantuono - anche lui fu condannato a 6 anni per le questioni di cui sopra, attualmente si è degnato di scomparire dalla scena politica, ma non del tutto . . . infatti il figlio Francesco è attivissimo nelle file del PD e l0anno scorso ha partecipato alle Primarie.
Alfredo Vito - viene condannato, poi fa un patteggiamento, alla fine verrà assolto ma verserà 5 miliardi di lire al Comune di Napoli come "donazione volontaria" (1). . . sì avete letto bene. E' entrato , dopo aver militato in Forza Italia, nel FLI dopo "aver parlato con Gianfranco Fini".
Antonio Cigliano
- anche in questo caso c'è in giro il figlio, Dario Cigliano, consigliere provinciale e comunale, PdL.
Vincenzo Scotti - assolto, ancora in politica come sottosegretario agli Esteri del Governo, impegnato anche nel business delle concessioni delle sale Bingo.
Ugo Grippo - segretario Democrazia Cristiana per la Campania

NON IN POLITICA
Francesco De Lorenzo - condannato, è tornato ad insegnare


Recapitolando: il Comune va in crisi, si affida ai privati, abbuoniamo il fatto che questi privati per entrare abbiano pagato delle mazzette, ma avranno poi fatto il loro lavoro? Tanto è questa la cosa importante, se si sono intascati una mazzetta ma hanno poi pulito Napoli, chissenefrega?

E invece NO, per niente. 5 anni dopo, articolo della Repubblica del 4 dicembre 1995 — pagina 14

"(...) le imprese che ottennero il servizio di rimozione dei rifiuti a Napoli hanno l' acqua alla gola. E neanche più i soldi per pagare regolarmente gli stipendi. Tant' è, per due giorni i dipendenti hanno scioperato. E interi quartieri della città sono invasi dalla spazzatura. I lavoratori hanno sospeso la raccolta dopo aver saputo che non sarebbero state pagate le tredicesime e che in busta paga, a dicembre, ci sarebbe stata solo una parte dello stipendio. Eppure il Comune sta regolarmente pagando il servizio alle ditte. L' appalto, scaduto alla fine d' agosto, è stato prorogato per un altro anno tra mille polemiche. L' amministrazione guidata da Bassolino non aveva fatto in tempo ad organizzare una nuova gara, né il Comune era in grado di offrire un servizio adeguato servendosi solo dei suoi dipendenti. Così l' estate scorsa la giunta ha deciso di concedere ai consorzi coinvolti in Tangentopoli un altro anno di lavoro retribuito: in pratica, più di 40 miliardi di lire. "

Chiaramente la cosa non funziona per niente, e il Comune riprende in mano la gestione costituendo, nel 2000, l' ASIA, con l'accento sulla "ì". Per la sola "raccolta".

Purtroppo c'è un decreto che fa precipitare la crisi: il DECRETO RONCHI, che impone la chiusura delle discariche e la gestione dei rifiuti attraverso il loro recupero come combustibile di termovalorizzatori.

Quindi tutti contenti di chiudere la discarica nella propria provincia, senza preoccuparsi di sostituire il vecchio sistema (discariche) con il nuovo previsto dal decreto (termovalorizzatori).

E i termovalorizzatori non si faranno infatti. Ancora oggi su 3 previsti nel 2000 ne è stato realizzato uno, e questo nemmeno funziona al 100%. Le discariche sono un enorme fonte di ricchezza, per un motivo molto semplice: sversamento di rifiuti "speciali", che se trattati in modo legale costerebbero parecchio, se gettati via dentro un buco, costano molto poco. Con un termovalorizzatore, questo gioco non lo puoi più fare.

Nel 2002 il commissario dell'emergenza rifiuti, Paolucci, esprime esattamente lo stesso concetto che Caldoro, oggi, ripete, cioè che ci vorranno "DUE ANNI" per realizzare "i" termovalorizzatori. E sottolineo "i", plurale. 2002, cioè 9 anni fa, dove sono "i" termovalorizzatori ? Caldoro adesso parla di "TRE ANNI" per la loro realizzazione. E io mi chiedo, a che punto ci si può considerare presi per . . . ehm . . presi in giro ? Chi è che NON LI VUOLE REALIZZARE ?




(1) WIKIPEDIA - Alfredo Vito

(continua...)

1 commento:

  1. Assurdo...come in Italia si possa avere una visione così ristretta delle cose che non va oltre il proprio personalissimo tornaconto personale...

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