Il villaggio Coppola Pinetamare fu costruito nel 1962.
Tre anni dopo, a opera finita, un'assidua campagna pubblicitaria e anche uno spot televisivo portò molti piccoli-medio borghesi, soprattutto di Napoli, ad acquistare qui la casa delle vacanze.
Tre anni dopo, a opera finita, un'assidua campagna pubblicitaria e anche uno spot televisivo portò molti piccoli-medio borghesi, soprattutto di Napoli, ad acquistare qui la casa delle vacanze.
Il progetto era ben fatto, non c'è nulla da dire. Autosufficiente, con scuole, banche, centri commerciali, hotel, un porto. ben collegato con Napoli (15 minuti di superstrada). Un paesaggio naturalistico da fare invidia, una pineta ed una spiaggia infinita di sabbia chiara e dune.
Il "villaggio" si riempie presto di circa 5.000 persone durante i mesi estivi, per rimanere a poche centinaia in quelli invernali.
La vicinanza con la base Nato riempì il villaggio anche di militari americani (le famose otto torri, in seguito abbattute, furono inizialmente affittate per venti anni alla Marina Americana) e di infrastrutture a servizio degli stessi, come una scuola elementare americana.
Per vent'anni la zona è un paradiso e stava diventando famosa come Sorrento, Ischia e Capri.
C'erano tutti i presupposti per uno sviluppo molto positivo della zona. Cosa è andato storto allora, visto che oggi passeggiando per le strade del villaggio, si ha la sensazione che sia scoppiata una bomba atomica il giorno prima? Oggi il Villaggio Coppola sembra essere associato solo ad eventi legati alla criminalità ed alla povera immigrazione.
Innanzittuto la sfortuna, o meglio un evento naturale, il Terremoto dell'Irpinia.
Nel 1980 e nel 1981, con due ordinanze, il commissario straordinario del Governo e il Sindaco di Napoli obbligano ai proprietari delle villette di cedere per sei mesi il proprio immobile ai terremotati (6) che si trasferiranno qui in 5.000 occupando villette e parte delle torri dopo che l'affitto della Marina Americana era terminato.
L'operazione non funzionò bene a causa di "finti terremotati"; la zona si affollò di senzatetto, e i primi proprietari cominciarono ad abbandonare e a (s)vendere la casa al mare. Con la svendita cessa anche la cura che i privati avevano della zona e comincia l'abbandono.
Oltre alla sfortuna c'era il vizio originario, cioè l'abusivismo, l'aver costruito tutto il Villaggio su aree demaniali senza alcuna licenza. Ironicamente, l'unica area non-demaniale di proprietà dei Coppola era quella delle Torri, gli eco-mostri buttate giù nel 2001.
I Coppola ottengono infatti nel 1962 solo 500 licenze. Potevano cioè costruire 500 palazzi e/o villette. Costruiranno invece 3.000 alloggi, alberghi, scuole, caserma, chiese, e si prenderanno anche parte del mare costruendo un porto.
La cosa viene a poco a poco alla luce e provoca l'abbandono di tutti quelli che avevano acquistato , molti dei quali svendono pur di non trovarsi proprietari di qualcosa di abusivo.
Ma come hanno fatto ? Come si puo costruire di punto in bianco una città di cinquanta chilometri quadrati ?
Le Origini
Tutto nasce da una proprietà, certificata da un Decreto Regio del 1911, della famiglia Cecere, che possedeva "l'intera area della Pineta bagnata dal mare" - il decreto nera scritto proprio in questi termini, poco precisi.
La leggenda narra che la famiglia aspettò la piu grande mareggiata del periodo per appropriarsi dell'intera Pineta e costruirci su.
La Signora Cecere era la moglie di Cristoforo Coppola, che insieme al fratello Vincenzo cominciò a costruire.
in foto: Vincenzo Coppola (1947-1997)
Sin dall'inizio in molti capirono che si trattava di abusivismo.
E contro la speculazione edilizia si sono scagliati in molti, a partire dal Sindaco di Castel Volturno Mario Luise (1970) che qualcosa ha ottenuto, dopo vent'anni: nel 1995 infatti, 12 ettari di edifici vengono sequestrati ai Coppola; niente sigilli, il tutto viene trasferito allo Stato che ne diventa proprietario. Questo per preservare tutti i privati che in buona fede acquistarono casa dai Coppola. (3.000 famiglie, 5.000 abitanti, un vero e proprio Paese). Il Tribunale del Riesame confermerà l'esproprio e darà la gestione alla Guardia Forestale e al Comune di Castel Volturno.
Il Degrado
Nessuno vuole comprare qualcosa di abusivo. Ed è questo il primo motivo per il quale, dopo il massiccio acquisto dei primi anni 70 in questo luogo che tutti credevano un paradiso, è iniziata la svendita.
I valori sono calati e i proprietari preferivano affittare ad immigrati stipandoli a decine nelle loro ex case al mare. A questo si sono aggiunti i terremotati, ed ecco a come arriviamo al degrado di oggi. Poi se n'è andata via anche la NATO, che certamente non avrebbe rinnovato il suo affitto ventennale su qualcosa di abusivo.
Il Futuro
Riassumendo: potenzialità morfologiche stratosferiche crollate sotto l'abusivismo. Il valore perso ha reso la zona semi abbandonata da tutti. Ed ecco la situazione odierna.
Ma si parla di ricostruzione e recupero. Ironicamente a farlo saranno proprio i Coppola, la Mirabella S.p.A., guidata da una delle figlie del patron Cristoforo Coppola, Cristiana, che è aggiudicataria dell'appalto per la costruzione del Porto Turistico e sua gestione per 60 anni. Avete letto bene. Il padre costruisce una città abusiva e lo Stato dà alla figlia il compito del suo recupero e restyling. E glielo da in gestione per 60 anni.
Non giudico. Cristiana Coppola ha un curriculum di tutto rispetto, è stata a capo di confindustria Caserta, sembra molto capace ed in gamba. Non è giusto giudicarla per le "colpe" della sua famiglia, non sue. Vedremo quali sono i risultati. Nella speranza che una zona da altissime potenzialità possa recuperale tutte appieno.
Bibliografia & Fonti :
1) Rivista geografica italiana , Volumes 77-78 - Società di studi geografici di Firenze
2) Guide to Military Installations, Dan Cragg, 1997
3) Articolo Famiglia Cristiana sui Coppola
4) articolo de La REPUBBLICAsu Mario Luise, sindaco di Castelvolturno
5) La stretta via della Legalità, Il Sole 24 Ore, 2005
6) Ordinanza Ministeriale n.75 del 3.1.1980 di Requisizione delle villette del Villaggio Coppola.
7) http://www.ilmattino.it/caserta/mirabella_coppola_caserta_fallimento_tribunale/notizie/750354.shtml